Il tempo è un elemento essenziale in fotografia, capace di trasformare completamente uno scatto. Può fermare un istante con assoluta nitidezza o raccontare il movimento attraverso affascinanti scie di luce e sfocature artistiche.
Tra i fotografi di cui volevamo parlarvi nell’ambito del tempo, che è il protagonista del mese di marzo, non poteva mancare certamente Michael Orton, che ne ha fatto il tratto distintivo del suo lavoro.
Michael Orton è nato in Canada e ha iniziato la sua carriera fotografica negli anni ’80. Da autodidatta, ha sviluppato un approccio personale alla fotografia, sperimentando con tecniche diverse per ottenere effetti visivi unici. Fin dall’inizio, il suo obiettivo è stato quello di trasformare le fotografie in vere e proprie opere d’arte, ispirandosi alla pittura impressionista e all’acquerello.
Orton ha sperimentato talmente tanto con la sua macchina fotografica che negli anni ha sviluppato una tecnica fotografica che porta il suo stesso nome: l'”Effetto Orton“. Questa tecnica crea immagini con un’atmosfera sognante e pittorica, grazie all’uso particolare della messa a fuoco e dell’esposizione.
Ma in che cosa consiste precisamente l’effetto Orton?
L'”Effetto Orton” si basa sulla fusione di due o più esposizioni della stessa immagine per ottenere un risultato morbido e onirico. Inizialmente, questa tecnica veniva realizzata utilizzando diapositive: si scattavano due foto della stessa scena, una a fuoco e una fuori fuoco, e poi venivano sovrapposte in fase di sviluppo. Con l’avvento del digitale, l’effetto è diventato ancora più semplice da ottenere grazie all’uso di software come Photoshop e Lightroom.
Questa tecnica è molto apprezzata nella fotografia di paesaggio e naturalistica, poiché dona alle immagini una qualità quasi fiabesca, enfatizzando luci e colori in modo unico. Le sue immagini sembrano dipinte, rendendo ogni scatto una piccola opera d’arte.
Oggi, l'”Effetto Orton” è ampiamente utilizzato da fotografi di tutto il mondo, sia per scatti di paesaggi che per ritratti e fotografia urbana. Con l’evoluzione della fotografia digitale, la tecnica è diventata ancora più accessibile, permettendo a chiunque di sperimentare e creare immagini con un tocco artistico e sognante.
Un altro aspetto caratteristico della fotografia di Orton è il suo utilizzo della tecnica del movimento intenzionale della fotocamera (ICM – Intentional Camera Movement). Questo metodo prevede di muovere deliberatamente la fotocamera durante una lunga esposizione per ottenere immagini astratte e suggestive. Il risultato è un’immagine che non si concentra sui dettagli, ma sulle forme, sui colori e sulle emozioni trasmesse dalla scena.
Uno degli scatti più celebri di Michael Orton è “Daydream”, un’immagine che rappresenta perfettamente il suo stile: colori morbidi, forme che si fondono tra loro e un senso generale di sogno ad occhi aperti. Questo scatto è considerato il primo vero esempio di applicazione dell'”Effetto Orton” e ha avuto un impatto significativo sulla sua carriera.
Oltre a “Daydream”, Orton ha realizzato numerosi lavori incentrati sulla natura canadese, esplorando boschi, laghi e paesaggi montani con la sua caratteristica sensibilità artistica. Le sue fotografie sono state pubblicate su riviste di fotografia e arte, e ha anche scritto libri in cui condivide le sue tecniche con altri appassionati di fotografia.
Il contributo di Michael Orton alla fotografia non si limita solo alla tecnica, ma riguarda anche il modo di vedere e interpretare la realtà. Le sue immagini ci invitano a guardare oltre i dettagli e a lasciarci trasportare dalle emozioni e dalla bellezza della natura.
Per esplorare i lavori di Michael Orton e saperne di più sulle sue tecniche, è possibile visitare il suo sito ufficiale: www.michaelortonphotography.com Qui è possibile trovare una vasta galleria di immagini, informazioni sui suoi libri e consigli utili per sperimentare con la sua tecnica.
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